IL TRATTAMENTO CON OPPIACEI


oppiaceiCOME SI SOMMINISTRANO

In linea di massima è preferibile assumere i farmaci per bocca. Attraverso tale via vengono assorbiti più lentamente, ma durano molto più a lungo rispetto alla via iniettiva (per esempio quella intramuscolare). Per questo e per altri motivi le iniezioni vanno impiegate solo eccezionalmente nella terapia del dolore a lungo termine.

Altra via di somministrazione non invasiva è rappresentata dalla via transdermica, ovvero dall’applicazione di cerotti che rilasciano il principio attivo attraverso la pelle.

Il cerotto è un sistema pratico per il caregiver, semplice da somministrare, a patto che venga applicato correttamente, al giusto dosaggio e con frequenti controlli da parte del medico.

Può essere utile anche somministrare i farmaci per via nasale in quanto il principio attivo viene rapidamente assorbito ed il dolore può essere controllato in pochi minuti (evenienza che va considerata nei casi in cui il dolore oncologico grave insorge rapidamente ed imprevedibilmente).

DOVE AGISCONO GLI OPPIACEI

La morfina, ed i farmaci morfino-simili, agiscono infatti sugli stessi recettori naturali delle endorfine. I recettori sono come dei minuscoli “pulsanti” presenti sulle cellule che devono essere “premuti” (da una sostanza normalmente prodotta dall’organismo o da un farmaco in grado di simulare la sostanza endogena) per attivare un determinato effetto.

L’attivazione dei suddetti recettori porta a una grande varietà di effetti, primo tra tutti quello antidolorifico.

Tra gli oppiacei ad azione centrale si conosce la morfina e molte altre ad azione simil morfina che si differenziano per potenza, durata d’azione e modo di somministrazione.

Le vie di somministrazione degli oppiacei in terapia del dolore sono principalmente:

-orale

-transdermica

-parenterale (sottocute, intramuscolo, endovena)

-transmucosale orale

-nasale

POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI E LORO GESTIONE

Per conoscere in modo approfondito i possibili effetti indesiderati di un determinato farmaco antidolorifico occorre leggere il foglio illustrativo allegato alla confezione del farmaco ed in caso di dubbi parlarne con il proprio medico.

Ecco di seguito solo gli effetti indesiderati più tipici e le possibili “contromisure”, sempre da condividere con il medico curante:

  • Nausea e vomito: possono essere conseguenti all’uso di oppiacei, ad altre cure come la radioterapia e la chemioterapia. Possono essere prevenuti con farmaci “antinausea”.
  • Inappetenza: può essere dovuta sia ai farmaci per il dolore sia alla stessa malattia. Meglio fare piccoli pasti, più volte al giorno, scegliendo i cibi più graditi.
  • Stitichezza: può essere prevenuta con una dieta ricca di fibre, verdure, cereali e molta acqua. Se la stitichezza si prolunga per più di due, tre giorni, può essere opportuno effettuare un clistere medicato e assumere prodotti che facilitino l’evacuazione.
  • Sonnolenza: alcuni farmaci oppiacei possono dare – soprattutto all’inizio del trattamento – sonnolenza durante il giorno. Prima di valutare se ridurre il dosaggio è bene ascoltare il parere del medico.

EFFETTI DELLA CURA

oppiacei2Il paziente deve comprendere l’effetto benefico atteso dalla cura e la durata della terapia che generalmente è legata al tipo di dolore. In alcuni casi si rendono necessarie terapie con una lunga durata.

Altre volte, come può accadere per i dolori acuti (per esempio un trauma) sono sufficienti terapie di breve durata. Al fine di evitare inappropriati autoadattamenti della dose di farmaci prescritti (che spesso tolgono efficacia alla cura stessa) può essere opportuno che il paziente venga istruito a misurare l’intensità del proprio dolore attraverso una “scala del dolore” a 11 punti (0 corrisponde a nessun dolore e 10 al massimo dolore sopportabile) registrando il punteggio su un diario. Nella colonna “Annotazioni” si potrà riportare ogni eventuale effetto non desiderato per condividerlo con il medico curante al fine di valutarne la relazione con la terapia stessa e di attuare le cure di supporto.

L’aiuto della scala e del diario consentono diversi vantaggi per il paziente:

  • il medico può valutare meglio gli effetti della terapia nel tempo e quindi operare opportuni adattamenti dei dosaggi
  • favorisce un rapporto continuativo tra medico e paziente
  • consente a qualsiasi altro medico chiamato per una urgenza di valutare l’andamento del dolore e di consigliare eventuali adattamenti della terapia.

Per scaricare il manuale sulla Terapia del Dolore realizzato dalla Fondazione Alitti clicca su una delle quattro icone qui sotto:

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